I Pupari siciliani

I primi pupari siciliani costruivano da sè i paladini, guerrieri cristiani e saraceni, angeli, cavalli, draghi e figure mitologiche, riproducendo lo stile delle armature, creando i modelli e realizzando elmi, spade, corazze che poi rivestivano, pupi a volte dall'aspetto fiero, spavaldo o burlesco.

Nell'Opera dei Pupi si trasmettono ancora oggi stili e comportamenti del popolo siciliano come la cavalleria, il senso dell'onore, la difesa del debole e del giusto, la priorità della fede.

Le gesta dei paladini e il ciclo carolingio sono tra le tematiche trattate negli antichi canovacci usati dai pupari.

Carlo Magno, Gano, Orlando, Rinaldo, Angelica, hanno popolato le sponde dei carretti siciliani, i cartelloni propaganda degli spettacoli serali dei teatrini, le lambrette e i carrettini di uso vario e la fantasia di noi siculi, attraverso i cunti e le farse raccontate, la sera, attorno alla tavola di ogni casa.

L'Opera dei Pupi non era solo intrattenimento, ma svolgeva anche una funzione educativa e sociale, offrendo alle classi popolari, spesso analfabete, occasioni di svago e di apprendimento morale, mentre oggi rappresenta uno dei patrimoni culturali immateriali più preziosi della Sicilia, riconosciuto dall'UNESCO.

I pupi e le storie raccontate si collegano anche profondamente all'identità siciliana, legata a una storia di contatti, conflitti e integrazioni fra culture diverse, testimoniando la memoria storica e culturale dell'isola attraverso spettacoli itineranti, carretti decorati e racconti tramandati fra le varie generazioni.